I ferri uncinati ormai sono utilizzati clinicamente da diversi operatori della salute in campo medico e paramedico.
Poche ricerche scientifiche sono state fatte sull’argomento ed ancora oggi la pratica si basa prevalentemente sulla evidenza clinica, sull’insegnamento tramandato e sulle esperienze dei primi pionieri.
Quella dell’uncinatura è sicuramente è una tecnica terapeutica molto interessante ed in certi casi oseremmo dire insostituibile.
Come tutte le tecniche terapeutiche che si basano su una manualità che si avvale principalmente dell’ esperienza e della pratica costante ed instancabile non ha molti proseliti.
Questo fenomeno si verifica per diversi motivi: il fatto che alcuni l’abbiano definita una tecnica dolorosa, invasiva, para chirurgica. Tutte definizioni svianti che ne hanno limitato la diffusione.
Pensiamo, invece, che debba far parte del bagaglio formativo di un abile terapista che vada appresa e utilizzata alla bisogna.
Le pratiche sono differenti in base al tipo di intensità con cui si applica la tecnica. Si passa da una intensità importante negli esiti di aderenze cicatriziali ad intensità medie o leggere quando si desidera defibrotizzare le catene muscolari e liberare il complesso neuro-muscolo-vascolare, per ridare più elasticità, migliorare le difese immunitarie, il metabolism,o la circolazione dei fluidi e la conduzione nervosa.
Per questo motivo è divenuta parte integrante della formazione in MFXI, viene inoltre presentata e insegnata secondo le tecniche classiche ma anche con un nuovo approccio e nuove modalità di applicazione nell’utilizzo di questi preziosi e versatili attrezzi.
Testo a cura di Virginio Mariani e Giulio Picozzi
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